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Costruire la speranza

cardinale Zuppi omelia

Costruire la speranza

Fratelli e sorelle, (oggi come non mai è il vero titolo che ci unisce tutti per accompagnare questo caro fratello nelle mani del Signore) abbiamo ascoltato tante parole in questo saluto inaspettato, segnato dall’evidente ingiustizia che strappa un uomo nel pieno del suo vigore e attività. Oggi ci troviamo con commozione davanti all’orizzonte della vita, al suo limite, dove il cielo e la terra si toccano.
E questo punto è sempre l’amore. La Parola di Dio raccoglie tutte le nostre parole, le fa sue, le illumina, le spiega anche a noi stessi, riempiendole di senso e di eternità, perché la prima e l’ultima lettera dell’alfabeto di Dio, l’alfa e l’omega, sono lettere di amore…….
C’è chi dice che il cristiano è un signore proprio perché cristiano, anche se nullatenente, perché ha un tesoro di amore che lo rende tale. Un povero che rende ricchi gli altri.

Il Vangelo ci parla di Beatitudine. Attenzione, non è diversa dalla felicità umana, anzi è proprio felicità piena, proprio quella che tutti cerchiamo.
La beatitudine del Vangelo non è una sofferta ricompensa ultima per qualche sacrificio, ma libertà dalle infinite caricature pornografiche di felicità del benessere individuale a qualsiasi prezzo.
Non c’è gioia da soli! La gioia del Vangelo unisce, non divide dagli altri.
…Beati sono quelli che hanno fame e sete della giustizia, che non possono stare bene se qualcuno accanto a lui soffre, che non cambiano canale o fanno finta di non vedere o che non li riguarda se c’è una persona in pericolo in mezzo al mare o al freddo sull’uscio di casa. …
Beati sono i misericordiosi, chi giudica ma sempre per amore, chi cerca il bene nascosto, che pensa che c’è sempre speranza, chi sceglie di consolare piuttosto che fare soffrire…….
Beati sono i puri di cuore, quelli che vedono senza malizia, non perché ingenui ma perché vedono bene, in profondità, liberi dai calcoli, dalle convenienze, che non gridano ma ascoltano, sapendo che sempre c’è qualcosa da imparare.
Beati sono gli operatori di pace, gli artigiani, cioè che non rinunciano a “fare la pace”, iniziando dai piccoli e possibili gesti di cura, sporcando le mani con la vita, con le contraddizioni del prossimo, con la fatica a stringere quella del nemico che, se lo fai, si trasformerà in fratello. …

Dio, proclamando le beatitudini, sembra proprio dirci che ognuno ha diritto alla felicità e che Lui questo vuole e che questa non finisca. Domandiamoci cosa dobbiamo dare agli altri perché essi siano felici, perché la mia è la loro.
Ecco, la beatitudine piena che oggi David vive e con la sua vita ci ricorda e ci consegna il suo impegno. Non ideologie, ma ideali; non calcoli, ma una visione, perché anche l’Europa non può vivere per se stessa, perché il cristianesimo non è un’idea, ma una persona, Gesù, che passa attraverso le persone e nella storia.
Per questo ringraziamo il Signore per David. È stato beato anche nell’afflizione, durante la sua malattia, che ha accolto con dignità, senza farla pesare, spendendosi fino alla fine, invitando tutti a guardare lontano, …..Grazie, uomo di speranza per tutti.
Gesù ti abbracci nella Sua grande misericordia. Buona strada. Riposa in pace e il tuo sorriso ci ricordi sempre di cercare la felicità e costruire la speranza, Fratelli Tutti.

Per chi lo desidera, riportiamo il testo integrale:  Omelia del Card. Zuppi
Cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna, ai funerali di David Sassoli.
Roma, basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri

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