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Il macinino magico

il macinino magico

Il macinino magico

C’erano una volta due fratelli: Enrico (ricco e antipatico) e Nicola (simpatico e senza un soldo).
Nicola, una sera, aprendo il frigorifero, vide che era di nuovo vuoto; decise così di andare dal fratello per chiedergli qualcosa da mangiare.
– Sempre qui a chiedere qualcosa, tu – disse sbuffando Enrico – tieni, ti do questo bel pezzo di formaggio, ma che sia l’ultima volta che vieni a chiedere qualcosa. La prossima volta, sarà meglio che tu vada da un altro.
Nicola prese il formaggio e si avviò verso casa. Stava facendo buio quando, tutto preso dai suoi pensieri, non si accorse di aver sbagliato strada.
– Mi sa che la prossima volta farò meglio davvero ad andare a cercare un altro! Ma da chi posso andare? –
Passò davanti alla porta di una casetta che aveva sulla soglia un vecchietto con la barba lunga e bianca.
– Ho sentito le tue parole ragazzo mio. Se vuoi, ti posso aiutare – disse il vecchietto.
– Veramente tu mi puoi aiutare? – rispose Nicola. Il vecchietto annuì.
– Dammi quel pezzo di formaggio e io in cambio ti darò un macinino magico.
– E cosa ci faccio con un macinino magico? – disse Nicola dubbioso.
Il vecchietto sorrise, entrò nella sua casetta e tornò con il macinino.
– Guarda, puoi chiedergli tutto quello che vuoi.
Posò il macinino a terra e disse – Macina della legna! – batté due volte le mani e il macinino iniziò a sputar fuori pezzi di legna a tutt’andare.
– Smetti di macinare! – batté di nuovo le mani e il macinino si fermò.
– Allora lo vuoi? – chiese il vecchietto a Nicola.
Nicola, senza farselo dire due volte, diede il pezzo di formaggio al vecchietto e prese il macinino, ma quando rialzò lo sguardo per ringraziarlo, il vecchietto e la sua casetta non c’erano più.
Nicola corse a casa dalla moglie, poggiò sulla tavola il macinino e disse battendo le mani:
– Macina una tavola piena di cibo! – e il macinino partì ad apparecchiare la tavola dall’antipasto al dolce. Nicola batté di nuovo le mani e il macinino si fermò.
Da quella sera non ebbero più fame, anzi iniziarono anche ad invitare tutti i loro amici a cena.
Enrico non riusciva a spiegarsi il motivo di tutta quella improvvisa abbondanza e così, durante una delle cene di Nicola, si nascose nella sua cucina, per capire come mai il fratello vietasse a tutti di entrarci. Lì vide il macinino in azione.
Non appena Nicola uscì dalla cucina, Enrico, per fargli un dispetto, prese il macinino e scappò via.
Nicola, però, era diventato ricco, perché aveva nel frattempo più volte comandato al macinino: – Macina oro! – Così il dispetto di Enrico non gli procurò alcun danno.
Enrico era ricco, non sapeva che farsene del macinino e decise di liberarsene.
– Andrò al porto e lo darò a un capitano che se lo porti via con sé per i sette mari, così Nicola non lo troverà più e non saprà a chi dare la colpa – pensò Enrico. Arrivato al porto, chiamò il capitano di una nave e gli spiegò che con quel macinino avrebbe potuto ottenere tutto quello che voleva.
– Anche il sale? – chiese il capitano.
– Sì sì, tutto quello che vi serve – rispose Enrico. Batté le mani e disse – Macina del sale –
Il macinino cominciò e il capitano vedendo quel prodigio, afferrò il macinino e scappò verso la sua nave. Il macinino continuava a produrre sale e in men che non si dica la barca si riempì.
– Così non sarò più costretto a navigare per i mari più pericolosi in cerca del sale! – si disse.
Ma non aveva aspettato di sapere come fermare il macinino, che continuava imperterrito a produrre sale, finché riempì ogni angolo della nave. Il capitano, disperato e preoccupato perché stava affondando per il peso di tutto quel sale, decise a malincuore di buttare il macinino nel mare. Il macinino andò a posarsi sul fondo ed è ancora lì che macina sale, senza fermarsi mai.
Ecco perché il mare è salato.

Liberamente tratto da: “Il macinino magico” – Copyright e Testi © Silvia e William – fabulinis.com

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