
Akim e l’orso
Un giorno Akim il contadino andò nel bosco per seminare le rape. Iniziò ad arare e lavorava sodo.
L’orso del bosco venne a trovarlo, minaccioso. “Il bosco è mio e qui non c’è posto per te.”
“Orsettino mio, -disse Il contadino- possiamo seminare insieme queste rape. Quando matureranno, faremo a metà: sono pronto a darti la parte di sopra e io mi accontenterò delle radici.”
“E va bene -disse l’orso, inoltrandosi nel folto del bosco- ma se mi imbrogli guai a te.”
Le rape maturarono ed erano proprio belle grandi e quando Akim venne a raccoglierle, l’orso uscì dal bosco.
“Dammi la mia parte” disse.
“Va bene, dividiamo -disse Akim- A me ciò che è sotto, a te ciò che è sopra”.
Come nei patti, diede le foglie all’orso e caricò le rape sul carretto per portarle al mercato.
Ma l’orso, dopo aver visto le rape, disse curioso:
“Sono proprio strane queste radici: voglio assaggiarne una.”
Il contadino gli offrì una rapa, l’orso l’assaggiò e si arrabbiò tantissimo.
“Ma sono dolci e saporite. Altro che le foglie che mi hai dato. Non farti più vedere nel mio bosco a tagliar legna”.
Ma un anno dopo il contadino tornò nel bosco, seminò la segale e in autunno venne a mietere.
Arrivò l’orso. “Adesso non mi imbrogli più. Io prendo la parte di sotto, le radici, e tu prenderai la parte di sopra. Mieteremo insieme la segale, così ti controllo”.
Alla fine il contadino diede all’orso tutte le radici e mise sul carretto il grano.
L’orso non riuscì a mangiare neppure una di quelle radici e s’infuriò ancor di più contro Akim, che lo aveva di nuovo preso per il naso.
Ecco perché l’uomo e l’orso non sono più amici.
Liberamente tratto da “Fiabe popolari russe”
Paleich-Mstiora-Kholuj