Antica Placca d’argento conferita agli Ufficiali della Confraternita
Antica Placca d’argento conferita agli Ufficiali della Confraternita
La Confraternita della Misericordia di S. Giovanni decollato fu fondata nel 1577 con lo scopo di esercitare la carità verso tutti i poveri, gli orfani, le vedove. Paragonabile ad una moderna Conferenza di S. Vincenzo, aveva anche lo speciale incarico di assistere i carcerati e le loro famiglie e soprattutto di accompagnare i condannati a morte al patibolo, assistendoli nell’ultimo loro giorno di vita, offrendo l’ultimo pasto, portandoli ad assistere alla S. Messa e a confessarsi. L’intento era di assicurare una morte cristiana, dando loro la possibilità di pentirsi.
Alcuni Confratelli poi, vestiti con il tipico saio nero e il cappuccio che ricopriva il viso esclusi gli occhi, accompagnavano il condannato verso il patibolo, cantando litanie e pregando per la salvezza della sua anima. Il giorno dopo i Confratelli in corteo prelevavano il corpo del condannato per la sepoltura.
Questo specifico compito era tipico per le Confraternite di quei secoli, che miravano al conforto della salvezza dell’anima del condannato e ad una sepoltura pietosa.
Ogni anno si cercava inoltre di ottenere, per alcuni di loro, la grazia di liberarli dalla pena di morte, privilegio ottenuto dalla Confraternita fin dal 1599 da Carlo Emanuele di Savoia.
La sede della Confraternita era una cappella dedicata a S. Pietro, piccola e quasi in rovina, tra Via del Gualdo e Via S. Pietro in Chieri.
Costruito il Santuario dell’Annunziata nel 1654, si presentava per la Curia il problema di decidere a chi affidarne la cura in modo definitivo.
La Confraternita della Misericordia si propose come candidata, impegnandosi ad assicurare la cura del Santuario e a dotarlo di un Sacerdote.
I Canonici della Collegiata, cui era affidata allora il Santuario dell’Annunziata, presero in esame la proposta, a condizione di cedere solo la Chiesa con gli arredi e la casa annessa, e di trattenere per sé tutti gli altri beni, richiedendo inoltre una somma di 5.000 lire.
In cambio alla Confraternita veniva affidato il Santuario e la casa con l’impegno di non cederli mai ad altro Ordine o Congregazione.
La Confraternità accettò e Papa Innocenzo XI° il 4 Ottobre 1676 fece spedire la bolla di separazione e concessione, con la quale il 23 Aprile 1678 il Santuario dell’Annunziata venne consegnato alla Confraternita della Misericordia di S. Giovanni Decollato.
L’amministrazione della Confraternita fu un vantaggio per il Santuario, poiché offriva la sicurezza di un’istituzione sempre viva e interessata a mantenere in efficienza la Chiesa e le celebrazione delle funzioni. Il Santuario però perse man mano quella espressione di centro spirituale pienontese, che stava acquisendo, data la tendenza della Confraternita a chiudersi all’interno del suo borgo, il borgo di Arese.
Il quartiere provvedeva alle necessità della “sua”Chiesa, insieme alle famiglie della Confraternita. Il Santuario era la costruzione più importante del borgo e sulla sua piazzetta giocavano i bambini e i grandi si riunivano la sera. Le maggiori attività degli abitanti e la loro vita di famiglia facevano riferimento al Santuario.
Con la Rivoluzione Francese i beni del Santuario furono confiscati e la Confraternita venne praticamente soppressa. Tornò ad essere operativa nell’attività di cura dei carcerati con la Restaurazione. Si trovava comunque in gravi difficoltà finanziarie e il Santuario aveva bisogno di interventi urgenti.
Nel 1817 l’Arciprete Tosco ottenne dal Re, per la Confraternita, il privilegio di organizzare e amministrare il Tiro al Bersaglio, che diventò una fonte importante di reddito con l’istituzione della Milizia Urbana e l’introduzione della carabina in sostituzione delle vecchie armi.
Nel 1850 le carceri a Chieri furono soppresse. I Confratelli vendettero tutti i beni destinati alla cura dei carcerati, distribuendo il ricavato tra i poveri.
Raggiunti i 500 iscritti, la Confraternita continuò nella sua opera di custodia del Santuario, mantenendo la Chiesa sempre aperta con la Messa del mattino, la Benedizione della sera, la Novena di Natale e la Festa dell’Annunziata.
Nella prima metà del Novecento la Confraternità ridusse di molto la propria attività, gli iscritti diminuirono, ma il Rettore del Santuario continuò la sua opera di cura e mantenimento della Chiesa.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale un gruppo di Chieresi, per mantenere viva l’Associazione, decise di ricostituire l’operatività della Confraternita, non solo rivolta ai lavori di restauro del Santuario ma nuovamente orientata al suo scopo originario di attenzione ai bisogni delle persone della sua Comunità.
Oggi l’Associazione conta 150 iscritti. Gli attuali obiettivi della Confraternita hanno determinato anche la formazione di Gruppi Attivi di Volontari, operativi sul territorio chierese.