Acqua
Ogni popolo ha un suo passato di tradizioni e regole di vita; il romanzo Acqua di Bapsi Sidhwa (che nasce come sceneggiatura del film omonimo, realizzato insieme alla regista Deepa Metha nel 1998) ci porta nell’India coloniale, per farci conoscere un aspetto particolare e determinante delle regole imposte dalla società maschilista: la misera condizione di vita delle donne vedove.
I matrimoni venivano infatti combinati dalle famiglie, anche sin dalla nascita della futura sposa, talvolta destinata a uomini molto più vecchi; così, alla morte dello sposo, spesso le vedove erano ancora solo bambine, e la credenza che fossero la causa della morte del marito le faceva entrare in un mondo chiuso di emarginazione e povertà totale.
In questo libro mi ha molto colpito la storia della bambina Bhagaya, vedova a sei anni, storia di sofferenza ma anche di ribellione alla sua condizione di reietta, e mi si è aperto il cuore solo sul finale, quando all’improvviso la sua vita cambia per entrare, per merito di Gandhi, in un mondo che pian piano comincerà a dare dignità alle donne.
Rosanna Perilongo
Autore: Bapsi Sidhwa – Traduzione : Valeria Giacobbo
Neri Pozza Editore – Data Pubblicazione: 2006
Pagine 208 – Collana: Le Tavole d’Oro/ Narrativa straniera