La persona e il sacro
Ci sono letture che ci paiono quasi indispensabili, necessarie. E’ il caso di questo breve e bellissimo libro di Simone Weil, “La persona e il sacro”, che la celebre autrice scrisse nel 1943, poco prima di morire.
Siamo durante la Seconda Guerra Mondiale, fra distruzioni e morte, in balìa di totalitarismi di destra e di sinistra, intenti alla gestione delle ‘masse’ …
Per una donna intellettuale libera come la nostra scrittrice, era pertanto urgente mettere in guardia dal mito della ‘collettività’ , perché la persona ha bisogno sia di solitudine e silenzio, sia di sentirsi “avvolta da calore affinché l’afflizione non la costringa a sprofondare nel collettivo”.
Sulla libertà ha una concezione alta, assolutamente non contaminata dalla licenza, viscida mescolanza del nostro disorientamento. “Il possesso di un diritto implica che si possa farne un uso buono o cattivo. Il diritto è dunque estraneo al bene. (…) La verità, la bellezza, la giustizia, la compassione sono beni sempre, ovunque”.
Poi i rischi della sudditanza del linguaggio. Essere schiavi delle parole e dei ‘luoghi comuni’ è una grande limitazione. “Ogni spirito prigioniero del linguaggio è capace soltanto di opinioni. Ogni spirito divenuto capace di cogliere pensieri inesprimibili (…) abita già nella verità”.
Emilio Berra
La persona e il sacro – Autore: Simone Weil
Curatore: Maria Concetta Sala Editore: Adelphi
Collana: Biblioteca Minima Anno edizione: 2012
In commercio dal 3 ottobre 2012 Pagine 78