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“Il sogno e l’impresa”

“Il sogno e l’impresa”

Dal libro del profeta Isaìa
Is 40,1-5.9-11

«Consolate, consolate il mio popolo – dice il vostro Dio -. Parlate al cuore di Gerusalemme e gridatele che la sua tribolazione è compiuta, la sua colpa è scontata, perché ha ricevuto dalla mano del Signore il doppio per tutti i suoi peccati». Una voce grida: «Nel deserto preparate la via al Signore, spianate nella steppa la strada per il nostro Dio. Ogni valle sia innalzata, ogni monte e ogni colle siano abbassati; il terreno accidentato si trasformi in piano e quello scosceso in vallata. Allora si rivelerà la gloria del Signore e tutti gli uomini insieme la vedranno, perché la bocca del Signore ha parlato». Sali su un alto monte, tu che annunci liete notizie a Sion! Alza la tua voce con forza, tu che annunci liete notizie a Gerusalemme. Alza la voce, non temere; annuncia alle città di Giuda: «Ecco il vostro Dio! Ecco, il Signore Dio viene con potenza, il suo braccio esercita il dominio. Ecco, egli ha con sé il premio e la sua ricompensa lo precede. Come un pastore egli fa pascolare il gregge e con il suo braccio lo raduna; porta gli agnellini sul petto e conduce dolcemente le pecore madri».

Parola di Dio

Riflessioni:

Siamo nell’ottavo secolo a.C., Israele è terrorizzato dalla minaccia degli Assiri ma Isaia cerca di infondere fiducia nei suoi concittadini. Oggi Israele è un albero secco, la dinastia davidica sembra rinsecchita, ma un giorno dall’albero secco spunterà un germoglio nuovo e vigoroso, un figlio di Davide, che diventerà re e porterà la pace universale. E’ la profezia del Re Messia. Una delle pagine più poetiche della Bibbia.
Le immagini usate sono suggestive, il lupo che sta accanto all’agnello, la mucca e l’orso che pascolano insieme. Sembrano immagini tratte da un dipinto naif, il sogno del perfetto equilibrio tra le creature, un ritorno al Paradiso Terrestre.

La storia del Paradiso Terrestre è una storia intrigante: l’uomo è stato progettato, pensato da Dio, in un situazione di paradiso, di perfetto equilibrio tra gli elementi naturali. Poi il progetto è finito male, però l’uomo, ogni uomo, conserva dentro di sé il ricordo lontano, la nostalgia del Paradiso perduto.  Vogliamo tutti un mondo di pace, di giustizia, senza odio, violenza tensioni. Questo sogno è il ricordo del paradiso perduto e ogni tanto riappare. Ricordate quando è caduto il muro di Berlino? E’ sembrato per un attimo che la pace universale fosse a portata di mano.

Oggi?

Oggi nessuno azzarderebbe una previsione di come sarà il nostro mondo fra vent’anni.  In quanto a previsioni di ogni genere, oggi il più attendibile è frate indovino…  Non riusciamo a proiettarci nel futuro, non siamo in grado di costruirci un sogno, una utopia positiva, e questo diventa un impedimento, perché un grande sogno è l’inizio di una grande impresa.  Certo, tutti tiriamo avanti, lo diciamo sempre, ma avanti dove? Mi piacerebbe anche sapere dove sto andando.

Ai tempi di Gesù le cose non erano molto diverse da come sono oggi. L’Impero Romano era un gigante dal pugno di ferro, e neppure Gesù si illudeva che il mondo sarebbe improvvisamente cambiato.   Che cosa ha fatto Gesù? Il suo messaggio, vasto e profondo quanto basta, lo ha affidato ai suoi dodici apostoli; ma chi erano costoro?  Erano gente comune, come si dice, non erano personaggi particolarmente carismatici, anzi, a volte sembravano anche un po’ ottusi. Ma Gesù ha investito il suo messaggio in persone comuni, perché sono queste le più affidabili; è la gente che fatica, che lavora, che non farebbe mai la guerra, che si porta dentro il desiderio di pace e di giustizia, ed è questa gente che alla fine vincerà la partita.          E’ sempre la fanteria che vince le guerre.

Oggi il mondo sta cambiando, in tribuna c’è un assortimento di pretesi capi, leaders di tutti i colori, ma ricordiamoci che saremo noi, gente comune, quelli che faranno la differenza.  Gente di tutti i colori, di tutte le religioni e continenti, se investiremo secondo le parole di Gesù nella giustizia, nell’onestà, nel rispetto, se ci crederemo davvero, alla faccia di tutti i guerrafondai, degli schiavisti, dei trafficanti di armi, dei signori della finanza, dei politici unti e bisunti, saremo noi a vincere la partita.   Non abbandoniamo i nostri sogni e le nostre speranze.

Diceva un saggio: il vincitore è colui che ha resistito un attimo in più del suo avversario.

 

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