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Chi siamo La Confraternita della Misericordia (CDM) nasce nel 1577 con le funzioni di una moderna Conferenza di S. Vincenzo. e dal 1678 il Santuario dell'Annunziata è sotto la sua cura e custodia. Ad oggi conta su 150 iscritti e attraverso la formazione di Gruppi di Volontariato è operativa sul territorio chierese a favore della Comunità.
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“Antica come la Chiesa.”

“Antica come la Chiesa.”

 

Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo
Ap 7,2-4.9-14

Io, Giovanni , vidi salire dall’oriente un altro angelo, con il sigillo del Dio vivente. E gridò a gran voce ai quattro angeli, ai quali era stato concesso di devastare la terra e il mare: «Non devastate la terra né il mare né le piante, finché non avremo impresso il sigillo sulla fronte dei servi del nostro Dio».
E udii il numero di coloro che furono segnati con il sigillo: centoquarantaquattromila segnati, provenienti da ogni tribù dei figli d’Israele.
Dopo queste cose vidi: ecco, una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, avvolti in vesti candide, e tenevano rami di palma nelle loro mani. E gridavano a gran voce: «La salvezza appartiene al nostro Dio, seduto sul trono, e all’Agnello».
E tutti gli angeli stavano attorno al trono e agli anziani e ai quattro esseri viventi, e si inchinarono con la faccia a terra davanti al trono e adorarono Dio dicendo: «Amen! Lode, gloria, sapienza, azione di grazie, onore, potenza e forza al nostro Dio nei secoli dei secoli. Amen».
Uno degli anziani allora si rivolse a me e disse: «Questi, che sono vestiti di bianco, chi sono e da dove vengono?». Gli risposi: «Signore mio, tu lo sai». E lui: «Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione e che hanno lavato le loro vesti, rendendole candide nel sangue dell’Agnello».

Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo
1Gv 3,1-3

Carissimi, vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui.
Carissimi, noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è.
Chiunque ha questa speranza in lui, purifica se stesso, come egli è puro.

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 5,1-12a

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».

 

La festa di oggi ha avuto origine da una strage di cristiani avvenuta ai tempi dell’imperatore Decio in Roma, dove la comunità cristiana era stata quasi annientata. Tutti martiri, tutti santi. Nella storia cristiana il culto dei santi è rimasto un argomento un po’ sotto traccia, ma ha avuto una notevole importanza soprattutto nella devozione popolare.
Una legge di storia delle religioni dice che la divinità principale è riconosciuta da tutti, ma le divinità di secondo o terzo grado sono più venerate dal popolo. Zeus aveva i suoi templi ma quelli dedicati a Apollo, Artemide, Afrodite erano molto più frequenti e quelli delle divinità locali ancor di più. Poche sono le chiese dedicate a Dio Padre, ma quelle dedicate a San Giovanni, Sant’Antonio ecc. sono molto numerose. Perché nell’immaginario popolare i santi sono molto più vicini all’uomo comune. A Torino c’è una chiesa dedicata a San Dalmazzo, un’altra si trovava alla Crocetta, che nel Medio Evo era in aperta campagna, e, più oltre, con lo stesso titolo, si trovava a Vinovo, Cuneo e poi prima di Tenda.

Il pellegrino ritrovava in queste chiese gli stessi santi della sua città, l’aria di casa propria.
Ci sono santi che hanno segnato la storia: Benedetto, Gregorio, Francesco, Domenico, Filippo, don Bosco, altri che non hanno combinato nulla.
Sassone Grammatico, nella Storia dei re e degli eroi danesi, racconta la storia di Sant’Oscar, che nel 986, sotto il regno di re Svenone I° Barbaforcuta, fu mandato ad evangelizzare la Svezia del Sud. Uomo dall’aspetto mite, profondamente buono, fu accolto dai fieri vikinghi con omeriche risate e scherzi d’ogni genere. Nessuno gli fece del male, ma nessuno prestò ascolto alle sue parole. La sua predicazione cadde nel nulla e tornò molti anni dopo dal vescovo di Danimarca, ammettendo di non aver battezzato neppure una persona. Cento anni dopo, sotto re Canuto IV, un’altra missione raggiunse la Skania e si scoprì che, tra le foreste di larici e betulle, esistevano delle comunità che “credevano nel Dio che aveva predicato Oscar”, che si chiamava Gesù Cristo e che era venuto nel mondo per la salvezza di tutti.
Questa storia ha molto da insegnare. Quando tu semini qualcosa e lo semini bene, ti aspetti che qualcosa cresca. Magari non vedi nulla e pensi di aver sbagliato tutto. Non temere, il seme gettato forse non spunta subito, ma non va perduto.
Sant’Oscar è colui che veglia e infonde fiducia a tutti quegli insegnanti, che hanno visto nei loro scolari un completo disinteresse, a quei sacerdoti che hanno esperimentato la freddezza e l’indifferenza del loro gregge, a tutti quei genitori che non hanno riconosciuto nei loro figli tutto l’impegno che hanno messo a trasfondere dei valori, nei quali loro credevano.


Non chiederti quanto hai raccolto, chiediti invece quanto hai seminato.

 

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