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“C’era una volta Natale”

“C’era una volta Natale”

Letture di riferimento:

Ger 33,14-16

Ecco, verranno giorni – oràcolo del Signore – nei quali io realizzerò le promesse di bene che ho fatto alla casa d’Israele e alla casa di Giuda.

In quei giorni e in quel tempo farò germogliare per Davide un germoglio giusto, che eserciterà il giudizio e la giustizia sulla terra.

In quei giorni Giuda sarà salvato e Gerusalemme vivrà tranquilla, e sarà chiamata: Signore-nostra-giustizia.



 

Riflessioni:

Avvento. Banalmente è il periodo che la liturgia dedica alla preparazione spirituale per il Natale, un po’ sotto la scorza diventa il ricordo dell’attesa del Messia, coltivata per secoli presso il popolo ebraico e poi concretizzata in Gesù Cristo, ma anche, e a questo ci pensiamo di meno, l’attesa del Cristo che verrà alla fine dei tempi.

Questa attesa del messia è un evento unico nella Storia delle Religioni ed è documentato per oltre un millennio, con una grande varietà di sfumature ed anche un processo di interiorizzazione: inizialmente una sorta di conquistatore invincibile che avrebbe rimesso a posto tutto quanto; poi, progressivamente, quando si cominciò a capire che il male era dentro e non fuori, un inviato da Dio per redimere le colpe degli uomini, per donare la sua vita in espiazione dei peccati. Insomma, l’idea del messia è andata molto vicino a centrare il bersaglio.

E però non l’ha centrato.

Al momento giusto ha sbagliato tutto. C’è stato un tradimento, non solo il tradimento di Giuda. E’ stato tutto Israele che ha tradito Gesù, che non lo ha difeso, che non si è più ricordato delle sue parole e dei suoi miracoli.  La storia di un Dio tradito.

Qualche giorno fa, qualcuno per radio diceva che i terroristi hanno tradito Dio. Certo che è vero, lo hanno trasformato dal Dio della vita nel Dio della morte, ne hanno fatto una orribile caricatura.

Però pensavo: e noi? che cosa abbiamo fatto del Natale?

Triste storia di questa festa pagana che si è trasformata nel ricordo della nascita di Gesù. Così è stato per un paio di millenni. Attorno ai racconti della nascita di Gesù si è sviluppata una cultura, opere d’arte, musica, letteratura. Dopo due millenni il Natale è riaffondato nel paganesimo. E la stessa sorte sta avvenendo per la festa dei Defunti.  E’ chiaro come il sole: la festa cristiana era fumo negli occhi per chi ha inventato Babbo Natale nel secolo scorso, e con tutti i soldi che aveva a disposizione è riuscito a soffocare la festa cristiana. In una cartoleria, alla ricerca di un biglietto augurale, non ne trovi neppure uno a carattere religioso, tutte renne e babbi natale.  E per me questa è di nuovo la storia di un Dio tradito.

Vorrei invitarvi in questo tempo di avvento a riappropriarvi del Natale cristiano e della speranza che reca in sé.

Avete sentito Geremia: un germoglio di giustizia spunterà fra le tue mura.

Nonostante tutto, nonostante le mille contraddizioni di questo mondo, non possiamo permetterci il lusso di perdere la speranza. Se riusciremo a tenere vivo questo germoglio, farlo crescere, qualcosa cambierà, riusciremo a superare la paura e lo smarrimento, e un giorno il sole tornerà a splendere su di noi.

Alla faccia dell’Isis, di Babbo Natale e quant’altro.

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