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Chi siamo La Confraternita della Misericordia (CDM) nasce nel 1577 con le funzioni di una moderna Conferenza di S. Vincenzo. e dal 1678 il Santuario dell'Annunziata è sotto la sua cura e custodia. Ad oggi conta su 150 iscritti e attraverso la formazione di Gruppi di Volontariato è operativa sul territorio chierese a favore della Comunità.
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“Il regalo di Natale”

“Il regalo di Natale”

 

Dal libro del profeta Isaìa
Is 7,10-14

In quei giorni, il Signore parlò ancora ad Àcaz: «Chiedi per te un segno dal Signore, tuo Dio, dal profondo degli inferi oppure dall’alto».
 Ma Àcaz rispose: «Non lo chiederò, non voglio tentare il Signore».
 Allora Isaìa disse: «Ascoltate, casa di Davide! Non vi basta stancare gli uomini, perché ora vogliate stancare anche il mio Dio? Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele».

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani

Rm 1,1-7

Paolo, servo di Cristo Gesù, apostolo per chiamata, scelto per annunciare il vangelo di Dio – che egli aveva promesso per mezzo dei suoi profeti nelle sacre Scritture e che riguarda il Figlio suo, nato dal seme di Davide secondo la carne, costituito Figlio di Dio con potenza, secondo lo Spirito di santità, in virtù della risurrezione dei morti, Gesù Cristo nostro Signore; per mezzo di lui abbiamo ricevuto la grazia di essere apostoli, per suscitare l’obbedienza della fede in tutte le genti, a gloria del suo nome, e tra queste siete anche voi, chiamati da Gesù Cristo –, a tutti quelli che sono a Roma, amati da Dio e santi per chiamata, grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro, e dal Signore Gesù Cristo!

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 1,18-24

Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
 Però, mentre stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
 Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa "Dio con noi".
 Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.

 

Michea. Non sappiamo molto di lui, vissuto poco dopo il grande Isaia, tra il 700 e il 650 a.C. Al suo tempo, lo spazio politico era conteso tra due grandi potenze, il regno dei Faraoni a sud e l’Impero Assiro a nord. Israele si trovava in una scomoda posizione in mezzo ai due contendenti.
L’ultimo re di Israele, degno di questo nome, era stato re Giosia, morto in combattimento. Israele era privo di un capo autorevole. Come sempre, quando la barca traballa, i topi scappano. Molti ricchi ebrei avevano trasferito i loro capitali in Egitto e facevano il tifo per gli Egiziani; altri ricchi ebrei li avevano trasferiti nel regno degli Assiri e naturalmente sostenevano gli Assiri. Qualcuno diceva: “facciamo alleanza con gli Egiziani, che
sono più forti, e speriamo che vincano loro”. Altri dicevano: “sono più forti gli Assiri, se ci alleiamo con gli Egiziani ci roviniamo da soli”. C’erano anche molti poveri, che non avevano capitali all’estero e che dicevano: “Invece di fare il tifo per questi o per quelli, perché non facciamo il tifo per noi stessi? Se uniamo le nostre forze, ritroviamo la solidarietà perduta, e saremo in grado di far fronte a tutti e due.”
Michea diceva: “il Signore è nostro rifugio e nostra forza, in Lui dobbiamo confidare.”
Questa affermazione irritava molto i suoi contemporanei, ma aveva ragione. Le sue parole spiegavano che: “Se noi ritorniamo alla giustizia, all’onestà, se ricompattiamo il tessuto sociale come vuole la Legge di Mosè, insegnata da Dio, affronteremo i nostri nemici senza paura.”
E poi l’annuncio profetico. “Re Giosia è morto con onore sul campo di battaglia, ma il Signore sta preparando per noi un Messia liberatore,
che verrà da Betlemme, la patria di Davide, e che finalmente porterà la pace in eterno sul nostro paese.”
Profezia misteriosa questa di Michea, con l’accenno a “colei che deve partorire”. Non stupiamoci: nella visione profetica passato, presente e futuro spesso si sovrappongono; questo profeta è una delle tante voci, che hanno portato un contributo alla identificazione del Messia.

Natale, oggi tempo di regali, quasi un obbligo a puro beneficio del commercio.
Ma i regali veri non sono quelli portati da Babbo Natale; lui porta solo delle cose, e di cose siamo già pieni fino agli occhi.
Il regalo più importante non lo fa Babbo Natale, lo possiamo offrire noi, senza spargimento di denaro, né di tempo: e non solo a Natale.
Si chiama ATTENZIONE. Tutti abbiamo bisogno di attenzione, di sapere che occupiamo un posto, anche piccolo nella vita di un altro.
Nel momento in cui tu non sei niente per nessuno, questo è l’inferno. Il regalo più grande all’interno di una coppia non è l’anello di diamanti, ma guardarsi reciprocamente in faccia tutti i giorni, per leggere negli occhi dell’altro quello che ci si aspetta l’un l’altro. E quando i genitori anziani vi dicono che non hanno bisogno di niente, non credeteci, perché hanno bisogno di voi, della vostra attenzione.
Siamo in un mondo distratto: distratte le persone dominate dalla fretta e dalla paura, distratte anche le istituzioni dello Stato. Noi siamo testimoni di innumerevoli storie di un mondo distratto. Ieri l’altro è nato un bambino su una spiaggia della Libia, una storia non molto diversa da quella avvenuta 2000 anni fa a Betlemme, quando un bambino ha dovuto nascere in una stalla nella disattenzione generale, ma lì almeno c’erano i pastori, qui c’erano solo disperati.

 

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