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Chi siamo La Confraternita della Misericordia (CDM) nasce nel 1577 con le funzioni di una moderna Conferenza di S. Vincenzo. e dal 1678 il Santuario dell'Annunziata è sotto la sua cura e custodia. Ad oggi conta su 150 iscritti e attraverso la formazione di Gruppi di Volontariato è operativa sul territorio chierese a favore della Comunità.
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“La parte migliore”

“La parte migliore”

Dal libro della Gènesi
Gn 18,1-10a

In quei giorni, il Signore apparve ad Abramo alle Querce di Mamre, mentre egli sedeva all’ingresso della tenda nell’ora più calda del giorno.
Egli alzò gli occhi e vide che tre uomini stavano in piedi presso di lui. Appena li vide, corse loro incontro dall’ingresso della tenda e si prostrò fino a terra, dicendo: «Mio signore, se ho trovato grazia ai tuoi occhi, non passare oltre senza fermarti dal tuo servo. Si vada a prendere un po’ d’acqua, lavatevi i piedi e accomodatevi sotto l’albero. Andrò a prendere un boccone di pane e ristoratevi; dopo potrete proseguire, perché è ben per questo che voi siete passati dal vostro servo». Quelli dissero: «Fa’ pure come hai detto».
Allora Abramo andò in fretta nella tenda, da Sara, e disse: «Presto, tre sea di fior di farina, impastala e fanne focacce». All’armento corse lui stesso, Abramo; prese un vitello tenero e buono e lo diede al servo, che si affrettò a prepararlo. Prese panna e latte fresco insieme con il vitello, che aveva preparato, e li porse loro. Così, mentre egli stava in piedi presso di loro sotto l’albero, quelli mangiarono.
Poi gli dissero: «Dov’è Sara, tua moglie?». Rispose: «È là nella tenda». Riprese: «Tornerò da te fra un anno a questa data e allora Sara, tua moglie, avrà un figlio».

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossési
Col 1,24-28

Fratelli, sono lieto nelle sofferenze che sopporto per voi e do compimento a ciò che, dei patimenti di Cristo, manca nella mia carne, a favore del suo corpo che è la Chiesa.
Di essa sono diventato ministro, secondo la missione affidatami da Dio verso di voi di portare a compimento la parola di Dio, il mistero nascosto da secoli e da generazioni, ma ora manifestato ai suoi santi.
A loro Dio volle far conoscere la gloriosa ricchezza di questo mistero in mezzo alle genti: Cristo in voi, speranza della gloria. È lui infatti che noi annunciamo, ammonendo ogni uomo e istruendo ciascuno con ogni sapienza, per rendere ogni uomo perfetto in Cristo.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 10,38-42

In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò.
Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi.
Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».

 

Già alla fine del primo secolo un gran numero di comunità cristiane erano presenti nelle principali città del Mediterraneo orientale, dal basso Adriatico alle coste del mar Egeo. Evidentemente la vicenda umana di Gesù, condannato a morte e poi giustiziato in croce, non basta a spiegare questa rapida diffusione.  Storicamente possiamo individuare due cause:

-primo, noi diremmo, il principio di inclusione: ricco o povero, colto o ignorante, giusto o peccatore, bianco o nero non importa, qui abbiamo tutti la stessa dignità, nessuno è primo della classe;

-secondo, non solo parole ma fatti: se sei nel bisogno, ti aiutiamo.

Queste due componenti sono la causa storica della vasta diffusione del Cristianesimo.  La solidarietà l’ha inventata Gesù.

Il mondo pagano pensava, con sfumature diverse, che se sei povero è colpa tua. La ricchezza è frutto di ingegno, di capacità, di potere e poi anche di fortuna, (ovviamente non si diceva di altro). In ogni caso la ricchezza è segno della benedizione degli dèi.  Così anche nell’Antico Testamento, anche se talvolta troviamo lodi sperticate a chi aiuta il povero. Nella realtà chi aveva il denaro se lo teneva, pur con qualche correzione nell’ambito strettamente familiare,  e chi aveva i pidocchi se li teneva.

Capite che quando Gesù diceva “Beati i poveri perché di essi è il Regno dei Cieli”, questo era un pugno nello stomaco a tutta la mentalità corrente di allora.  Questa attività “caritativa” era rivoluzionaria in quell’ambiente, ma restituiva anche una certa gratificazione.  Ad esempio Corinto. Luca era discepolo di Paolo e conosceva bene Corinto. Là c’era una comunità piena di vita e di iniziative, che aveva coinvolto le fasce più marginali della popolazione, aveva risollevato la sorte di molti.

Era bello alla domenica avere una fila di persone che chiedevano cibo ed avere anche una grande quantità di cibo da distribuire: tutti se ne andavano contenti, chi aveva dato e chi aveva ricevuto.  Anche i capi della comunità erano contenti perché vedevano la Chiesa crescere.  Questa distribuzione era diventata l’attività più importante, cui si dedicava il massimo sforzo; poi sì sì, la meditazione sulla parola di Dio, la celebrazione della Cena, la preghiera, ma tutte cose che venivano dopo.  Era una Chiesa che rischiava di diventare una associazione di volontariato a difesa dei poveri, ma di perdere la sua dimensione cristiana.

 Ma è questo che voleva Gesù?  La comunità cristiana esaurisce la sua missione nella promozione umana?  Quando abbiamo dato da mangiare ai poveri abbiamo fatto tutto?  Ed è qui che Luca, discepolo di Paolo e testimone di Corinto, rispolvera una frase di Gesù:   Non dimenticare la parte migliore.”  Perché il rischio esiste e paradossalmente lo corrono le persone più generose e più coraggiose: gettarsi a capofitto nella promozione umana, in nome di valori cristiani… che però non vengono trasmessi.

Se io voglio davvero esserti vicino come uomo, devo aiutarti a scoprire che esistono dei valori nascosti su questa terra, che non sono solo valori materiali, ma sono valori veri come la giustizia, la solidarietà, il perdono, l’onestà.  Devo aiutarti a scoprire che tu hai una dignità che deriva dal fatto che sei immagine di Dio, immagine che tu devi onorare con il tuo comportamento.  Devo anche dirti che il tuo destino di uomo va oltre l’orizzonte terreno, e che oltre la morte c’è un Regno dei Cieli che ti aspetta.  Se io tutte queste cose non te le dico e ti aiuto solo a trovare una casa e un lavoro, ti tradisco, ti offro una salvezza effimera, solo a metà, e non ti parlo delle cose più importanti,” la parte migliore,” direbbe Gesù.

Ben venga il volontariato umanitario, ben venga l’assistenza sociale, ben venga una rinnovata sensibilità riguardo alla giustizia sociale, alla pubblica amministrazione, alla politica, ma non dobbiamo dimenticare che Gesù voleva che noi fossimo sale della terra e luce del mondo.

 

Beato l’uomo che teme il Signore, e cammina nelle sue vie.

Rispondiamo insieme: ascoltaci, Signore.

Ti preghiamo, Signore, per i cristiani nostri fratelli di fede che operano nella politica, nei sindacati, nella vita pubblica. Possano avere sempre il coraggio delle loro idee, per annunciare la tua salvezza con una vita cristiana coerente e libera da egoismi personali.   Noi ti preghiamo.

Ti preghiamo per quanti, uomini e donne, ti cercano nel silenzio e nella preghiera tutti i giorni della loro vita. Resta accanto a loro, che non cedano al peso della solitudine, ed abbiano tutto il nostro apprezzamento.   Noi ti preghiamo.

Ti chiediamo perdono per la violenza che avvelena il nostro mondo, per il mare di banalità e di cose volgari in cui siamo costretti a vivere, e ti chiediamo perdono soprattutto perché abbiamo permesso che il denaro diventasse Dio in mezzo a noi.   Noi ti preghiamo.

Ti preghiamo per chi lavora nelle strutture sanitarie e assistenziali, ed ogni giorno deve affrontare la miseria umana. Aiutali ad avere mani delicate e mente aperta, e che le loro parole siano un’eco della misericordia di Gesù, che ha voluto essere nostro fratello nell’umanità.   Noi ti preghiamo.

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O Dio, luce vera ai nostri passi è la tua parola, gioia e pace ai nostri cuori; fa che illuminati dallo Spirito l’accogliamo con fede viva, per scorgere nel buio delle vicende umane i segni della tua presenza.

 

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