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Chi siamo La Confraternita della Misericordia (CDM) nasce nel 1577 con le funzioni di una moderna Conferenza di S. Vincenzo. e dal 1678 il Santuario dell'Annunziata è sotto la sua cura e custodia. Ad oggi conta su 150 iscritti e attraverso la formazione di Gruppi di Volontariato è operativa sul territorio chierese a favore della Comunità.
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“Lo spazio sacro”

“Lo spazio sacro”

Dal libro del profeta Isaìa
Is 45,1.4-6

Dice il Signore del suo eletto, di Ciro: «Io l’ho preso per la destra, per abbattere davanti a lui le nazioni, per sciogliere le cinture ai fianchi dei re, per aprire davanti a lui i battenti delle porte e nessun portone rimarrà chiuso.
Per amore di Giacobbe, mio servo, e d’Israele, mio eletto, io ti ho chiamato per nome, ti ho dato un titolo, sebbene tu non mi conosca. Io sono il Signore e non c’è alcun altro, fuori di me non c’è dio; ti renderò pronto all’azione, anche se tu non mi conosci, perché sappiano dall’oriente e dall’occidente che non c’è nulla fuori di me.   Io sono il Signore, non ce n’è altri».

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési
1Ts 1,1-5

Paolo e Silvano e Timòteo alla Chiesa dei Tessalonicési che è in Dio Padre e nel Signore Gesù Cristo: a voi, grazia e pace.
Rendiamo sempre grazie a Dio per tutti voi, ricordandovi nelle nostre preghiere e tenendo continuamente presenti l’operosità della vostra fede, la fatica della vostra carità e la fermezza della vostra speranza nel Signore nostro Gesù Cristo, davanti a Dio e Padre nostro.
Sappiamo bene, fratelli amati da Dio, che siete stati scelti da lui. Il nostro Vangelo, infatti, non si diffuse fra voi soltanto per mezzo della parola, ma anche con la potenza dello Spirito Santo e con profonda convinzione.

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 22,15-21

In quel tempo, i farisei se ne andarono e tennero consiglio per vedere come cogliere in fallo Gesù nei suoi discorsi. Mandarono dunque da lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità. Tu non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno. Dunque, di’ a noi il tuo parere: è lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?». Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: «Ipocriti, perché volete mettermi alla prova? Mostratemi la moneta del tributo». Ed essi gli presentarono un denaro. Egli domandò loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare».  Allora disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio».

 

Episodio tra i più noti del Vangelo, spesso tirato in ballo, a proposito e a sproposito, a sostegno delle tesi più disparate.  Il fatto si svolge in un contesto di ostilità. Stanno cercando un modo per cogliere Gesù in contraddizione, e gli pongono questa domanda insidiosa.  Gesù non poteva dire che era lecito pagare le tasse all’invasore romano, perché era come riconoscerne la legittimità, era un vendersi al nemico, e sarebbe finito sotto il tiro dei nazionalisti ebrei. Ma non poteva neppure dire di no, perché questo significava collocarsi tra i sovversivi, i nemici dello stato, e quindi finire tra le grinfie dei romani. Scampa il pericolo  con una battuta geniale.  Su questo episodio si è ricamato molto: il dovere dei cristiani verso l’autorità civile, la separazione tra Chiesa e Stato, le rispettive competenze del potere politico e quello religioso eccetera; tutte questioni ben legittime, ma che vanno oltre il senso dell’episodio stesso.

Dare a Dio ciò che è di Dio: che cosa è di Dio?

Dentro di noi c’è uno spazio inviolabile che è la nostra coscienza. E’ lì che prendono forma i pensieri, i giudizi sulle cose, di lì nascono i comportamenti. E’ in questo spazio, che si costruisce quello che ognuno di noi è.  Naturalmente, coscienze diverse vuol dire comportamenti diversi, e lo vediamo bene in tutti gli aspetti della vita. Quello è lo spazio sacro che io, come cristiano, devo dare a Dio.  Lascio che il Vangelo illumini la mia coscienza su ciò che è bene e ciò che è male, lascio che l’insegnamento di Gesù guidi le mie scelte e orienti i miei pensieri, all’interno della mia coscienza, liberamente, io scelgo di seguire la parola di Dio.  Poi continuerò a fare delle sciocchezze, perché la fragilità umana è quella che è, ma al di là delle mie debolezze, io mi lascio orientare dal Vangelo.  E’ quello che i padri della Chiesa dicevano “aprire il proprio cuore a Dio”.  E’ uno spazio sacro e inviolabile: nessun Cesare può interferire, nessun Cesare può dirmi ciò che è bene e ciò che è male. E nessun Cesare potrà mai impormi qualcosa di contrario alla mia coscienza. Questo è ciò che devo dare a Dio.

Che cosa è di Cesare, che cosa Cesare ha il diritto di chiedermi?

Noi oggi siamo un paese dove coesistono culture, religioni, modi di vivere e di intendere l’esistenza infinitamente diversi tra loro.  Se voi prendete un tram alle otto di mattina a Torino in via Vanchiglia, su quel tram c’è un campionario di tutta l’umanità, e un campionario di coscienze molto diverse tra loro.  Per me la pillola abortiva è una resa alla irresponsabilità, per chi è seduto vicino a me invece è un trionfo della scienza; per me la coppia omosessuale è un aberrazione, per chi è in piedi accanto a me invece è una conquista civile.  Ora, bisogna fare molta attenzione a questo: io non posso rinunciare alle mie idee, ma non posso neanche pretendere che altri rinuncino alle loro.

E qui entra in gioco Cesare, il cui compito – difficile –  è quello di cercare un punto di equilibrio, di intersezione, fra tutti questi modi diversissimi di esistere e di concepire la vita.  Cesare deve sentire me, ma deve sentire anche tutti gli altri, deve trovare un punto di incontro, un compromesso, un minimo denominatore comune in cui tutti ci riconosciamo.  Questo punto di incontro nel nostro Paese è la Costituzione.  Come cristiano la mia guida è il Vangelo, senza ombra di dubbio; ma  come cittadino italiano la mia guida è la Costituzione.  E così se la Chiesa mi chiede di giurare, giurerò sul Vangelo, ma se me lo chiede Cesare, giurerò sulla Costituzione.  A Cesare devo dare lealtà e rispetto delle leggi, ed anche pagare le tasse, e lui in cambio deve garantirmi la possibilità di vivere secondo la mia coscienza.

Noi oggi viviamo in un paese libero, ricco di una libertà, che  è stata conquistata per noi dai nostri padri a caro prezzo. Non dimentichiamo che la libertà civile non è conquistata una volta per sempre, ma ogni giorno va difesa e verificata, tanto più oggi, tra i rischi dell’anarchia, le derive di piazza, i vari integralismi religiosi e non, le emergenze economiche e sociali.  Come diceva qualcuno:  “chi si addormenta nella libertà, si sveglia nell’anarchia”.  Abbiamo bisogno di molta saggezza nella guida dello Stato e nella guida della Chiesa, perché quel tram che passa in via Vanchiglia alle otto del mattino, carico di una folla multicolore e multietnica, possa continuare la sua corsa senza scoppiare.

 

 

Non di solo pane vive l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio

Rispondiamo insieme: ascoltaci, Signore.

Ti preghiamo, Signore, per noi cristiani, che cerchiamo tra le pagine del tuo Vangelo quella luce di verità che ci serve per orientare la nostra vita nel buio delle vicende umane. Donaci una coscienza retta e illuminata, mantieni libero il nostro spirito, perché in ogni circostanza possiamo essere degni del tuo Regno.   Noi ti preghiamo

Ti preghiamo per chi vive nell’ambiguità e tiene i piedi in due staffe e non ha la forza di liberarsi dalle catene, che lo legano alle sue debolezze. Aiuta tutti noi peccatori a non perdere la speranza nella risurrezione e a lottare ogni giorno contro il male che si annida in noi.   Noi ti preghiamo

Ti preghiamo per la Chiesa perché possa svolgere la sua missione nel rispetto della coscienza di ognuno, perché sappia proporre alla nostra società i valori autentici che Tu ci hai insegnato nel Vangelo, e non carichi sulle spalle degli uomini dei pesi insopportabili.   Noi ti preghiamo

Ti preghiamo per la classe dirigente del nostro paese, perché possa fare pulizia al suo interno, allontanando gli infami e i corrotti, che le sottraggono credibilità, perché gli interessi di partito non prevalgano sul bene comune e ci sia più rispetto per noi cittadini.   Noi ti preghiamo

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O Dio che hai posto nella mente e nel cuore dell’uomo i doni del pensare e del volere, fa che il tuo Spirito ci guidi alla verità tutta intera, perché possiamo essere degni discepoli di Gesù, Tuo figlio e nostro fratello.

Con il pane e il vino ti offriamo, Signore, la nostra lealtà di cristiani e di cittadini, insieme alla speranza di poter vivere in pace nel nostro Paese.

Alla comunione con te ci affidiamo, Signore, per imparare a stemperare i contrasti, a spianare le strade, a sorreggere chi zoppica, a diventare chicco di grano buono per tutta l’umanità.

 

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