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Chi siamo La Confraternita della Misericordia (CDM) nasce nel 1577 con le funzioni di una moderna Conferenza di S. Vincenzo. e dal 1678 il Santuario dell'Annunziata è sotto la sua cura e custodia. Ad oggi conta su 150 iscritti e attraverso la formazione di Gruppi di Volontariato è operativa sul territorio chierese a favore della Comunità.
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“Trinità”

“Trinità”

Dal libro dell’Èsodo
Es 34,4b-6.8-9

In quei giorni, Mosè si alzò di buon mattino e salì sul monte Sinai, come il Signore gli aveva comandato, con le due tavole di pietra in mano.
Allora il Signore scese nella nube, si fermò là presso di lui e proclamò il nome del Signore. Il Signore passò davanti a lui, proclamando: «Il Signore, il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà».
Mosè si curvò in fretta fino a terra e si prostrò. Disse: «Se ho trovato grazia ai tuoi occhi, Signore, che il Signore cammini in mezzo a noi. Sì, è un popolo di dura cervìce, ma tu perdona la nostra colpa e il nostro peccato: fa’ di noi la tua eredità».

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
2Cor 13,11-13

Fratelli, siate gioiosi, tendete alla perfezione, fatevi coraggio a vicenda, abbiate gli stessi sentimenti, vivete in pace e il Dio dell’amore e della pace sarà con voi.
Salutatevi a vicenda con il bacio santo. Tutti i santi vi salutano.
La grazia del Signore Gesù Cristo, l’amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi.

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 3,16-18

In quel tempo, disse Gesù a Nicodèmo:
«Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio, unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio».

Il dogma della Trinità è il primo fra i dogmi, quello da cui discendono tutti gli altri, ma anche il più “incomprensibile” e di conseguenza quello su cui ci fermiamo di meno a riflettere. Lo hanno fatto per noi i teologi bizantini e poi quelli medievali, i quali, con grande coraggio, hanno cercato di capire, di pensare Dio in tre persone, attraverso uno sforzo intellettuale immenso, che poi lungo i secoli non si è più ripetuto. Dio di fronte allo specchio che vede se stesso e in sé tutte le creature, poi Dio in rapporto con l’uomo, e dunque Gesù Cristo. E infine lo Spirito, il legame che abbraccia ogni realtà.

La Storia delle religioni insegna che le divinità, che sono poste più in alto nella scala gerarchica, sono le più importanti ma anche le meno venerate. Nel mondo antico c’erano certamente templi dedicati a Zeus, ma molto più numerosi quelli dedicati a divinità di rango minore. Così è anche per il cristianesimo. Pochi sono i templi dedicati a Dio Padre, moltissimi ai santi.  Perché?  I santi sono un pensiero facile, la comprensione umana è immediata, c’è il supporto della storia, della leggenda, della fantasia, non sono altro da noi in fondo.  Ma al di sopra di loro diventa tutto immensamente più difficile: non solo perché la fantasia non trova più pascolo, ma soprattutto perché ci avviciniamo al limite della nostra stessa capacità di pensare, ci avviciniamo al trascendente, a ciò che sta sopra.

Significativo il racconto di Mosè di fronte al roveto ardente: fermati e togliti i calzari, perché sei entrato nello spazio sacro di Dio. Non avvicinarti oltre perché ti bruceresti.  Intorno a Dio c’è una cortina invalicabile che si chiama mistero.  Questa è una parola che ogni tanto usiamo per tagliare corto con ogni discorso religioso.  E’ un mistero, non se ne capisce niente, inutile parlarne, tutto si risolve in un atto di fede, o ci credi o non ci credi.

Il mistero non è “ci credi o non ci credi”, non è la pietra tombale del nostro pensiero, è lo spazio in cui si svolge gran parte della nostra vita.  Tutta la sfera affettiva, il mondo dei sentimenti, amore, repulsione, aggressività, paura, non è un mondo sottoposto alla ragione, al controllo dell’intelligenza. Noi stessi non sappiamo spiegarci talvolta il perché di determinate nostre azioni, di scelte fatte appunto “senza pensarci”. Oggi certa scienza sembra voler spiegare ogni cosa con formule chimiche o matematiche, ma non c’è algoritmo che mi possa spiegare perché mi sono innamorato di questa donna e non di quest’altra.

E poi le sorprese della vita, gli avvenimenti che cambiano il corso della storia tua e degli altri, lo scorrere imprevedibile del tempo: non è mistero anche questo?

Come siamo autorizzati a cercare i perché dei misteri gioiosi o dolorosi, che la vita ci propone, così siamo autorizzati a cercare la verità di Dio con la nostra riflessione, mettendoci tutta la nostra intelligenza, sapendo però che nell’uno o nell’altro caso, una risposta piena e definitiva non l’avremo mai. Come diceva Qohelet:  “Ho considerato l’occupazione che Dio ha dato agli uomini perché si occupino in essa. Egli ha fatto bella ogni cosa a suo tempo, ma egli ha messo la nozione dell’eternità nel loro cuore, senza però che gli uomini possano capire l’opera compiuta da Dio dal principio alla fine”. (3,10)

Intanto ringraziamo la Bibbia che ci ha aperto gli occhi su tante cose, ringraziamo Gesù Cristo che ci ha aperto gli occhi sulla realtà di Dio presente nella nostra storia e fedele ad ogni uomo, ma non dimentichiamo che Dio abita oltre le nubi del cielo e i suoi pensieri volano alti…

 

I cieli narrano la gloria di Dio, e l’universo annuncia l’opera delle sue mani.

Rispondiamo insieme: ascoltaci, Signore

Ti ringraziamo, Signore, per aver potuto celebrare di nuovo l’eucarestia in questa chiesetta, per esserci ritrovati con te che sei sempre rimasto sulla nostra barca, anche quando il mare era agitato.   Noi ti preghiamo

Ti ringraziamo perché nessuna pecora del tuo gregge è andata perduta. Siamo forse un po’ disorientati, imbarazzati da mille cose, ma dentro di noi c’è la gioia e la speranza che l’incubo si allontani.   Noi ti preghiamo

Ti ringraziamo perché forse, dopo questa lunga quaresima, stiamo apprezzando di più il piacere di ritrovarci insieme, e insieme di celebrare messa, di ascoltare la tua parola, di riceverti nell’Eucarestia. Aiutaci a superare la paura e a ricostruire la comunità.   Noi ti preghiamo

Ti ringraziamo anche per chi, in momenti difficili non ha dimenticato gli altri, per chi non ha lasciato soli i nostri amici più deboli, per gli alimenti che sono stati consegnati, per il Carrello del Santuario che non è mai rimasto vuoto, e per tanti atti di generosità che sono fioriti in questi giorni.   Noi ti preghiamo

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O Dio, tu sai con quanta fatica noi riusciamo a districarci tra le cose di questo mondo, e con quanta maggiore fatica affrontiamo i problemi eterni, che sono più grandi di noi.   Donaci la serenità interiore perché il nostro sguardo si posi benevolo su ognuna delle tue creature, e fa che in esse possiamo scorgere un riflesso della tua bontà.   Per Cristo Nostro Signore.

 

Offertorio: il pane e il vino che ti abbiamo offerto, Signore, sono il segno della nostra ricchezza ed anche della nostra povertà, figli tuoi legati alla terra. Possano essere graditi alla tua presenza, come ti fu gradito il tuo figlio Gesù, nostro fratello e salvatore.   Per Cristo Nostro Signore.

Comunione: da te o Signore abbiamo ricevuto ogni cosa in questo mondo, anche se tu rimani a noi nascosto e invisibile. Di te ci rimane la tua Parola e questo pane che ci hai donato, che custodiremo in noi nella speranza di incontrarti un giorno oltre le nubi del tempo.   Per Cristo Nostro Signore.

 

 

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