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Chi siamo La Confraternita della Misericordia (CDM) nasce nel 1577 con le funzioni di una moderna Conferenza di S. Vincenzo. e dal 1678 il Santuario dell'Annunziata è sotto la sua cura e custodia. Ad oggi conta su 150 iscritti e attraverso la formazione di Gruppi di Volontariato è operativa sul territorio chierese a favore della Comunità.
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“Uniti nella preghiera e nella fiducia”

“Uniti nella preghiera e nella fiducia”

La settimana Santa inizia questa domenica 5 Aprile . Vi proponiamo l’invito che don Marco rivolge a tutti noi.

“Carissimi amici, siamo alle soglie della Settimana Santa e ci accingiamo a vivere una delle Pasque più anormali della nostra vita. Cerchiamo di essere vicini, pur nella distanza, alla nostra gente, cerchiamo di celebrare profondamente e interiormente questo tempo liturgico fondamentale pur nelle doverose limitazioni, sosteniamo la speranza.
Mi permetto di ricordare le norme diocesane in riferimento ai prossimi giorni.
Uniti nella preghiera e nella fiducia.”
(Don Marco, Parroco del Duomo di Chieri)

( N.d.R.: Potete leggere le norme indicate sul sito della Diocesi di Torino).

Queste le nostre Intenzioni per la Settimana Santa:
Le volpi hanno le tane, e gli uccelli i loro nidi, ma il Figlio dell’Uomo non ha dove posare il capo.
Rispondiamo insieme: ascoltaci, Signore

L’angoscia e paura, ti sono state compagne nel Getsemani. Nella nostra solitudine restaci vicino, Gesù nostro fratello.  Noi ti preghiamo

Umiliazioni e oltraggi non ti sono mancati, la tua dignità di uomo offesa da altri uomini. Nelle nostre umiliazioni, restaci vicino, Gesù nostro fratello.  Noi ti preghiamo

La tua verità ha scatenato la paura, e ti hanno condannato con la loro menzogna. Tace ed è muta la bocca del giusto. Restaci vicino, Gesù nostro fratello.  Noi ti preghiamo

Si sono presi la tua vita, ma tu ancora sei vivo in mezzo a noi. Restaci vicino, Gesù nostro fratello.  Noi ti preghiamo.

Dal Vangelo secondo Matteo
(Mt 21,1-11)

Quando furono vicini a Gerusalemme e giunsero presso Bètfage, verso il monte degli Ulivi, Gesù mandò due discepoli, dicendo loro: «Andate nel villaggio di fronte a voi e subito troverete un’asina, legata, e con essa un puledro. Slegateli e conduceteli da me. E se qualcuno vi dirà qualcosa, rispondete: Il Signore ne ha bisogno, ma li rimanderà indietro subito». Ora questo avvenne perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta: «Dite alla figlia di Sion: Ecco, a te viene il tuo re, mite, seduto su un’asina e su un puledro, figlio di una bestia da soma». I discepoli andarono e fecero quello che aveva ordinato loro Gesù: condussero l’asina e il puledro, misero su di essi i mantelli ed egli vi si pose a sedere. La folla, numerosissima, stese i propri mantelli sulla strada, mentre altri tagliavano rami dagli alberi e li stendevano sulla strada. La folla che lo precedeva e quella che lo seguiva, gridava: «Osanna al figlio di Davide! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna nel più alto dei cieli!».Mentre egli entrava in Gerusalemme, tutta la città fu presa da agitazione e diceva: «Chi è costui?». E la folla rispondeva: «Questi è il profeta Gesù, da Nàzaret di Galilea».

Dal libro del profeta Isaìa
Is 50,4-7

Il Signore Dio mi ha dato una lingua da discepolo, perché io sappia indirizzare una parola allo sfiduciato. Ogni mattina fa attento il mio orecchio perché io ascolti come i discepoli. Il Signore Dio mi ha aperto l’orecchio e io non ho opposto resistenza, non mi sono tirato indietro. Ho presentato il mio dorso ai flagellatori, le mie guance a coloro che mi strappavano la barba; non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi. Il Signore Dio mi assiste, per questo non resto svergognato, per questo rendo la mia faccia dura come pietra, sapendo di non restare confuso.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési
Fil 2,6-11

Cristo Gesù, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini. Dall’aspetto riconosciuto come uomo, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce. Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome, perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua proclami: «Gesù Cristo è Signore!», a gloria di Dio Padre.

Venerdì Santo 10 Aprile 2020
Riportiamo uno breve pezzo della Passione secondo Giovanni (18, 1–19, 42)

Essi presero Gesù ed Egli, portando la croce, si avviò verso il luogo detto del Cranio, in ebraico Gòlgota, dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall’altra, e Gesù in mezzo. Pilato compose anche l’iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: «Gesù il Nazareno, il re dei Giudei». Molti Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo dove Gesù fu crocifisso era vicino alla città; era scritta in ebraico, in latino e in greco. I capi dei sacerdoti dei Giudei dissero allora a Pilato: «Non scrivere: “Il re dei Giudei”, ma: “Costui ha detto: Io sono il re dei Giudei”». Rispose Pilato: «Quel che ho scritto, ho scritto».
I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti, ne fecero quattro parti – una per ciascun soldato –, e la tunica. Ma quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo. Perciò dissero tra loro: «Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca». Così si compiva la Scrittura, che dice: «Si sono divisi tra loro le mie vesti e sulla mia tunica hanno gettato la sorte». E i soldati fecero così.
Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.
Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!».
E, chinato il capo, consegnò lo spirito.

È stato un processo breve, durato solo un giorno e una notte, dove un innocente è finito in croce, un delinquente – Barabba – si è trovato inaspettatamente libero; le facce sfrontate – Tempio e Pilato – hanno conservato il loro ottuso potere. Ma l’arbitro non ha ancora segnalato la fine della partita. Perché non è possibile mettere in croce tutti i “poveri cristi“ di questo mondo, perché il giusto crocifisso alla fine risorge, risorge sempre, e tu lo troverai sempre davanti a te con il dito puntato.

Preghiamo:
Vogliamo credere nella tua risurrezione, Signore, anche se in questo tempo di passione il male sembra tanto potente attorno a noi e dentro di noi. Fa che nell’ora delle tenebre la nostra vista non si offuschi al punto da non vedere più il bene nelle persone che ci stanno vicino, e i segnali di speranza che ci fai incontrare. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.

 

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